Vittoria della musica: onore alla Corsica Sabato 15 febbraio, la Vittoria della Musica ha premiato per la seconda volta (prima volta nel 1997), il gruppo de I Muvrini per il loro album Umani, nella categoria migliore album “World-Raggae-ragga”. Una riconoscenza che I Muvrini hanno diviso con il cantante Tiken Jah-
Fakoly. Appena uscito, “Umani”(oggi Disco d’Oro) è stato riconosciuto, dalla stampa come dal pubblico, come il migliore disco del gruppo. In questo opus, I Muvrini accolgono Mc Solaar, Stephan Eicher ma anche Luz Casal anche le cantanti afghane, Zarina e Manila Fazel. La sera della manifestazione, Jean-François Bernardini e i suoi amici hanno cantato “Je sème et je m’en vais”, in coro naturalmente ma anche in francese, basco, bretano, occitano, catalano. Quando la musica non ha frontiere....
I Muvrini allo Zènith di Parigi.Il gruppo de I Muvrini ha ricevuto una nuova Vittoria della Musica nella categoria di migliore album, conquistata a ex-aequo con il “rastaman” avoriano Tiken Jah-Fakoly. Una nuova consacrazione per Jean-François Bernardini che attraverso l’ultimo album "Umani" scritto con la complicità e il talento di numerosi amici tra cui Mc Solaar e Stèphan Eicher.
Una nuova pagina della storia musicale della Corsica.
Nuova Vittoria della Musica per I MuvriniI Muvrini vengono a ottenere una nuova vittoria, quella del talento al servizio della musica del mondo. Il gruppo còrso è stato una nuova volta consacrato sull’altare dello Zènith in Parigi con una seconda Vittoria della Musica (la prima nel 1997) nella categoria reggae/ragga/world, conquistato ex-aequo con il rastaman avoriano Tiken Jah-Fakoly, idolo della gioventù d’Abidjan. Questa ricompensa che onora la Corsica è stata rimessa a Jean-François Bernardini davanti a migliaia di fans in delirio, a presentare la serata in teatro c’erano i famosi animatori Jean-Luc Delarue e Michel Drucker. “Senza questa esigenza della verità del talento, non c’è vera vittoria”, ha dichiarato visibilmente commosso, il leader de I Muvrini sulla scena del mitico Zènith, ringraziando tutti quelli che hanno collaborato al nuovo album Umani, ai presenti, da Stèphan Eicher a Mc Solaar passando da J-B Rongiconi, l’arrangiatore, a chi era assente, Luz Casal, le cantanti afghane Zarina e Manila Fazel, a chi ha prestato la voce, al coro basco d’Oldarra. Jean-François Bernardini non ha dimenticato di ringraziare il pubblico, indicando che la musica “è il luogo dell’alleanza e dell’arricchimento”. In 20 anni, il gruppo de I Muvrini si è a poco a poco imposto come l’incontrastabile rappresentante della musica còrsa. Rinforzati con il successo del loro duo con Sting, Leatitia Casta, Jacques Dutronc o Vèronique Sanson, sono usciti l’anno scorso con il nuovo album Umani. Un’opera di creazione originale mischiando varietà di stili e canzone còrsa.
Ci si troverà dei duo inaspettati come con Mc Solaar (Jalalabad), Stèphan Eicher (Un sognu pè campà), o ancora Luz Casal (Erein eta Joan). Incrociare l’ispirazione musicale tutto preservando la bellezza della lingua còrsa, nutrirsi degli altri sempre rimanendo se stessi, è senz’altro il segreto di una riuscita oggi brillantemente confermata. In forma di regalo al pubblico dello Zènith “riscaldati” dalla febbre del sabato sera, I
Muvrini hanno offerto “Je sèm et je m’en vais” io semino e vado via (Erein eta Joan) che parla d’amore e di viaggio mischiando sottilmente
francese, còrso, bretano, catalano, occitano e basco. Una musica che parla di un piccolo pezzo di mondo, ma che riguarda tutti, eccola universale. Nel ricevere il trofeo, Jean-François Bernardini non ha mancato di ringraziare i suoi collaboratori e il suo pubblico.
Polifonie e strumenti acustici, un’armonia nuova portatrice di una grande “Vittoria”.
I Muvrini e il gusto degli altri.Sul cammino del gruppo I Muvrini, la questua non avrà cessato di essere fluida. Fluida come la loro musica che non ha altra ambizione che di parlare agli altri in note di spartizione e d’universalità. Fluido anche come i testi d’autore di Jean-François Bernardini, in una concezione quasi sensuale delle sillabe quando esprimono i sentimenti dell’umano. L’umano, è ben qui la pietra madre dell’edificio montata pietra su pietra dalle strade del villaggio còrso fino alla sublime scena di sabato sera allo Zènith. Di parole date in suoni rari, di musiche ispirandosi dal mondo in quello che c’è di più spaventoso e di più attraente, I Muvrini hanno fatto il loro letto al cuore di una sorgente che hanno saputo demoltiplicare con successo all’infinito degli sguardi. Il tocco magico di Jean-François Bernardini risiede in questa parte di verità che evoca musicalmente. Quando sa che quest’ultima fa innanzitutto richiamo alla chiaroveggenza di tutti che non è necessariamente che la luce di ognuno.
Se ci si accordi o no ai passi del gruppo, che ci si associa o no all’andatura, c’è in questa seconda vittoria una sorte di esultanza immensa.
Quella di aver fatto di una terra una bandiera, quello di avere anche, all’incontrario di certi, predicato le parole per sapere il vero.
Nelle retroscene dello Zènith, portati dalle telecamere delle televisioni, Umani ha tracciato le fondazioni di un altro importante sentiero.
Al più profondo delle tournèes e concerti, delle produzioni e delle uscite d’albums, un sentiero fatto di rimessa in questione permanente.
Così piccolo ma così grande.
Edited by Bruno's - 19/12/2008, 21:55