MUSICA A 360°Da: Voce Camuna, I Muvrini "Umani" Continua il viaggio della formazione corsa, un percorso carico di profumi, suggestioni, immagini, ma allo stesso tempo sempre pieno di idee, valori e grande disponibilità all’incontro e al confronto. A completare il quadro d’insieme musica ottima, oltre le frontiere.Vent’anni di ricerca musicale per il gruppo corso dei Muvrini. Una ricerca appassionata, impegnata, sociale, anche politica, se si considera che fino al 1984 i loro concerti in Corsica erano proibiti in quanto considerati turbativa dell’ordine pubblico. Un viaggio che dalla solare isola del Mediterraneo si è allargato, agli inizi degli anni Novanta, alla Francia e al resto dell’Europa. Un respiro aperto, multietnico, una costante ricerca di contaminazioni, voluta come convita modalità di crescita musicale, professionale, umana.
“Umani” è un disco coerente con il passato, ne segue la traccia con fedeltà, spingendo ancora di più l’acceleratore dell’incontro fra i popoli e delle confluenze. Riesce a fondere realtà solo apparentemente estranee, gli echi celtici nord europei, le sonorità mediterranee, la lingua e il canto polifonico corso, i sapori mediorientali e del sud del mondo. Il risultato finale è splendido anche se difficilmente definibile: unisce l’amore per le emozioni della New Age, le radici dell’Etno – Folk, la forza dei valori e delle idee del miglior cantautorato, l’energia del rock, la capacità di comunicazione della canzone popolare. Quello dei Muvrini non è solo mestiere: non canzoni pensate a tavolino, con l’occhio alle classifiche e al mercato, ma una credibilità reale fondata sulla passione e l’arte di comunicare oltre i singoli linguaggi, alla ricerca dell’essenza.
Il disco si apre con “
Aspettami”, più che un canto di emigrazione un commosso omaggio alla terra, al senso del viaggio, alla possibilità d’incontro. Segue la splendida “A Jalalabad”, brano di immediata presa popolare e di grande valore umano. Dedicato alle donne afgane, perché “la libertà è femmina”, veste di ritmi attuali e sonorità arabe un testo splendido. Al fine di garantire la comunicazione dei contenuti al di là delle difficoltà conseguenti all’uso della lingua corsa, i Muvrini hanno avuto la felicissima intuizione di arricchire il tessuto della canzone con gli interventi in francese del rapper MC Solaar ed i fraseggi delle cantanti afgane Zarina e Manila Fazel. Piazze aperte ai venti di ogni capo del mondo sono le canzoni “Di quale sì l’amore”, “Erein eta Joan”. Si passa quindi attraverso le forti emozioni di “E’ u tempu và”, commosso tributo agli antenati, in cui la polifonia acquista il vibrato del canto liturgico, l’amara riflessione sulla guerra e sull’educazione contenuta in “Diteli”, il desiderio di speranza di “Vogliu”, brano ricco di sonorità gitane e respiri fado.
Atmosfere meno solari in “Baià”, dove la penna di Bernardini, autore di tutti i pezzi del disco, torna a trattare, con passaggi essenziali ed emotivamente profondi il tema dell’emigrazione: la tradizione antica del “viaggio per forza” letta attraverso la storia di una “sorella d’alterità” trasferitasi nel ’62 dall’Algeria alla Corsica, ad un’atra casa, un’altra vita da inventare. Quindi giungono l’ampia ballata “Da le vostre mane”, la positiva “Rifà lu mondu”, la suggestiva “I belli ghjorni”.
Stephan Eicher si unisce alla formazione per “Un sognu peè campà Un rêve pour vivre”, delicata mappa di viaggio di chi ha poche cose da dare e poche da chiedere e alla vita cerca solo una strada per andare, un divenire, un sogno che non finisce più, un sogno per vivere. Ad “Umani” il compito di cantare il ritorno in un paese fatto di gente che ha le mani sporche di terra che è farina e pane. Chiude il disco un accenno al tema iniziale di “
Aspettami”, seguita da “Erein eta joan”, ripresa in versione franco – iberica con la partecipazione di Luz Casal.
Al termine dell’ascolto del disco un solo, grande, rimpianto: immaginare cosa avrebbero potuto diventare i sardi Tazenda se, invece di inseguire inutilmente le illusioni di “su populu rock”, avessero coltivato il sacro ricordo di Maria Carta.
Alcune traduzioni dei testi.
Le canzoni dei Muvrini sono scritte in lingua corsa, un lessico simile al sardo, facilmente comprensibile per linee generali. Si mescolano a questa struttura pochi frammenti in italiano e frequenti brani in francese. Data l’estrema valenza dei valori dei contenuti nelle canzoni, la formazione ha scelto di accompagnare la trascrizione delle parole con la traduzione francese, utile strumento per la comprensione dei termini corsi più stretti. La versione francese, pur rispettando il senso generale della composizione, è però particolarmente libera, inverte sovente i versi, diventando, in alcuni passaggi, quasi un commento. Il lavoro di traduzione che segue è dichiaratamente amatoriale e ha tentato una mediazione fra le due proposte contenuta nel libretto unito al cd dell’edizione francese.
link:
http://www.vocecamuna.it/sito/index.php?su...=224&groupid=18Video "Aspettami Corsica" (???) http://www.corsica-prikbord.nl/videopagina...eo=32&mode=nextImpressionante incendio a Bastia (2004)Vergogna à tè
chì brusgi a nostra terra.